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Il recente decreto autovelox pubblicato in Gazzetta Ufficiale introduce importanti novità riguardanti l’uso dei misuratori di velocità sulle strade italiane. Con l’obiettivo di regolamentare e rendere più trasparente l’utilizzo degli autovelox, il decreto mira a migliorare la si
Il decreto introduce una serie di cambiamenti significativi. Innanzitutto, i tratti di strada su cui gli autovelox potranno essere utilizzati dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto e segnalati almeno 1 chilometro prima fuori dei centri abitati. Questa misura è pensata per evitare l’uso indiscriminato degli autovelox e per garantire che gli automobilisti siano adeguatamente informati.
Un’altra novità riguarda la distanza minima tra un dispositivo e l’altro, che sarà progressiva in base al tipo di strada. Questo serve a evitare la proliferazione degli autovelox e a garantire che vengano utilizzati solo nei punti più pericolosi. Per la prima volta, viene fissata una distanza minima tra i dispositivi, che varia a seconda del tipo di strada, con l’obiettivo di prevenire l’uso eccessivo di questi strumenti.
Il decreto stabilisce che non si potranno utilizzare gli autovelox dove esiste un limite di velocità eccessivamente ridotto. Nelle strade urbane, non sarà possibile installare autovelox se il limite è inferiore a 50 km/h. Per le strade extraurbane, invece, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite di velocità imposto non è ridotto di più di 20 km/h rispetto a quello previsto dal codice per quel tipo di strada. Ad esempio, se il limite è di 110 km/h, l’autovelox può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori.
Inoltre, il decreto precisa che l’utilizzo di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento è consentito solo se c’è la contestazione immediata. Altrimenti, dovranno essere scelte postazioni fisse o mobili, debitamente visibili. Questo per garantire che le rilevazioni siano sempre trasparenti e giustificate.
Il decreto è stato accolto con favore dal vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha sottolineato come queste misure mettano fine alla “giungla” degli autovelox selvaggi. “I rilevatori di velocità saranno installati solo per prevenire incidenti: basta fare cassa sulla pelle degli automobilisti,” ha dichiarato Salvini. Ha inoltre specificato che gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo: 1.000 metri sulle strade extraurbane, 200 metri sulle strade urbane a scorrimento e 75 metri sulle altre strade. Niente radar in città sotto i 50 km/h.
Non tutti, però, hanno accolto positivamente il nuovo decreto. Il Partito Democratico, attraverso il capogruppo in commissione Trasporti alla Camera Anthony Barbagallo, ha criticato il provvedimento, sostenendo che da un lato inasprisce indiscriminatamente le sanzioni e dall’altro “strizza l’occhio a coloro che scambiano le strade in piste da corsa”. Barbagallo ha inoltre sottolineato che il decreto limita fortemente anche l’autonomia dei comuni nell’installazione e gestione degli autovelox, riducendo così la capacità delle amministrazioni locali di intervenire sulle problematiche specifiche del proprio territorio.
Il nuovo decreto autovelox rappresenta un cambiamento significativo nella gestione della sicurezza stradale in Italia. Con l’introduzione di distanze minime tra i dispositivi, la regolamentazione dei limiti di velocità e l’obbligo di segnalazione preventiva, si punta a un utilizzo più trasparente e giustificato degli autovelox, evitando abusi e migliorando la sicurezza degli automobilisti. Tuttavia, le critiche sollevate dall’opposizione evidenziano che il dibattito sulla gestione della sicurezza stradale è tutt’altro che concluso.
curezza stradale e a ridurre le polemiche sugli usi impropri di questi dispositivi.
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